martedì 13 dicembre 2011

ALLE FRONDE DEI SALICI



Lungargine Codotto e Maronese, sul Canale Scaricatore - Padova - 13/12/2011
E come potevano noi cantare
Con il piede straniero sopra il cuore,
fra i morti abbandonati nelle piazze
sull'erba dura di ghiaccio, al lamento
d'agnello dei fanciulli, all'urlo nero
della madre che andava incontro al figlio
crocifisso sul palo del telegrafo?
Alle fronde dei salici, per voto,
anche le nostre cetre erano appese,
oscillavano lievi al triste vento.


     [da Giorno dopo giorno (1947)]
di
     SALVATORE QUASIMODO
(Modica 1901-Napoli 1968; Nobel per la Letteratura 1959)

Nel settembre 1943 l’Italia risultava divisa in due parti. Nella parte meridionale, controllata dagli Alleati, era stata restaurata la monarchia, sotto il re Vittorio Emanuele III. Nella parte centro-settentrionale, occupata dai tedeschi, Mussolini aveva creato la Repubblica sociale italiana.

Dall’8 settembre 1943 al 25 aprile 1945 l’esercito di liberazione condusse una lotta senza esclusione di colpi contro i tedeschi e i fascisti, che rispondevano con rastrellamenti, deportazioni e veri e propri massacri. Particolarmente feroci furono quelli di Boves, in Piemonte, di Marzabotto, in Emilia, dove le SS sterminarono l830 civili, e di Roma, dove i nazisti come rappresaglia a un attentato partigiano, che era costato la vita a 32 soldati tedeschi, uccisero 335 prigionieri italiani.
Di fronte agli orrori, ai mali della guerra, i poeti non potevano cantare, scrivere versi, ma solo agire come gli antichi ebrei schiavi a Babilonia, che appesero le loro cetre ai rami dei salici (salmo 137, v. sotto).


Ispirata allo stesso salmo:



BY THE RIVERS OF BABYLON (Boney M - 1978)




By the rivers of Babylon,
 there we sat down
ye-eah we wept, when we remembered Zion.
By the rivers of Babylon, there we sat down
ye-eah we wept, when we remembered Zion.
When the wicked
Carried us away in captivity
Required from us a song
Now how shall we sing the lord's song in a strange land
When the wicked
Carried us away in captivity
Requiering of us a song
Now how shall we sing the lord's song in a strange land
Let the words of our mouth and the meditations of our heart
be acceptable in thy sight here tonight
Let the words of our mouth and the meditation of our hearts
be acceptable in thy sight here tonight

By the rivers of Babylon,
there we sat down
ye-eah we wept, when we remembered Zion.
By the rivers of Babylon, there we sat down
ye-eah we wept, when we remembered Zion.

By the rivers of Babylon (dark tears of Babylon)
there we sat down (You got to sing a song)
ye-eah we wept, (Sing a song of love)
when we remember Zion. (Yeah yeah yeah yeah yeah)

By the rivers of Babylon (Rough bits of Babylon)
there we sat down (You hear the people cry)
ye-eah we wept, (They need their God)
when we remember Zion. (Ooh, have the power)


e anche "Va' Pensiero"




da "Nabucco" di Giuseppe Verdi 
(1842)
cantato dagli Ebrei prigionieri in Babilonia

Va, pensiero, sull'ali dorate;
Va, ti posa sui clivi, sui colli,
Ove olezzano tepide e molli
L'aure dolci del suolo natal!
Del Giordano le rive saluta,
Di Sionne le torri atterrate...
Oh mia patria sì bella e perduta!
Oh membranza sì cara e fatal!
Arpa d'or dei fatidici vati,
Perché muta dal salice pendi?
Le memorie nel petto riaccendi,
Ci favella del tempo che fu!
O simile di Solima ai fati
Traggi un suono di crudo lamento,
O t'ispiri il Signore un concento
Che ne infonda al patire virtù!



il Salmo 137:

L'esilio

1 Là, presso i fiumi di Babilonia,
sedevamo e piangevamo ricordandoci di Sion.
2 Ai salici delle sponde avevamo appeso le nostre cetre.
3 Là ci chiedevano delle canzoni quelli che ci avevano deportati,
dei canti di gioia
quelli che ci opprimevano, dicendo:
«Cantateci canzoni di Sion!»
4 Come potremmo cantare i canti del Signore
in terra straniera?



sabato 10 dicembre 2011

REDEMPTION SONG



Old pirates yes they rob I
sold I to the merchant ships
minutes after they took I
from the bottomless pit
but my hand was made strong
by the hand of the Almighty
We forward in this generation
triumphantly

All I ever had, is songs of freedom
Won't you help to sing, these songs of freedom?
'Cause all I ever had, redemption songs
redemption songs

Emancipate yourselves from mental slavery
None but ourselves can free our minds
Have no fear for atomic energy
'cause none of them can stop the time
How long shall they kill our prophets
while we stand aside and look
Some say it's just a part of it
We've got to fullfill the Book

Won't you help to sing, these songs of freedom
Cause all I ever had, redemption songs
Redemption songs, redemption songs

Emancipate yourselves from mental slavery
None but oursekves can free our minds
Have no fear for atomic energy
Cause none of them can stop the time
How long shall they kill our prophets
While we stand aside and look
Yes some say it's just a part of it
We've got to fullfill the Book

Won't you help to sing, these songs of freedom
'cause all I ever had, redemption songs
all I ever had, redemption songs
these songs of freedom, songs of freedom
(https://www.youtube.com/watch?v=hfugmmhmK8Q)

Gli antichi pirati, sì, mi hanno rubato
mi hanno venduto alle navi dei mercanti
qualche minuto dopo essere stato preso
dal pozzo senza fondo
Ma la mia mano venne fortificata
dalla mano dell'Onnipotente
Progrediamo in questa generazione trionfalmente

Tutto quel che ho avuto sono canti di libertà
Vuoi aiutare a cantare questi canti di libertà?
Perché tutto quel che ho mai avuto sono canti di redenzione,
canti di Redenzione

Emancipatevi dalla schiavitù mentale
Nessun altro all'infuori di noi stessi può liberare le nostre menti
Non temete l'energia atomica
Poiché nessuno di loro può fermare il tempo
Per quanto ancora uccideranno i nostri profeti
Mentre noi ce ne stiamo da parte a guardare
Alcuni dicono che è solo un aspetto
Siamo noi che dobbiamo adempiere al Libro

Non vuoi aiutarci a cantare questi canti di libertà?
Perché tutto ciò che ho mai avuto sono
canti di Redenzione, canti di Redenzione

Emancipatevi dalla schiavitù mentale
Nessun altro all'infuori di noi stessi può liberare le nostre menti
Non temete l'energia atomica
Poiché nessuno di loro può fermare il tempo
Per quanto ancora uccideranno i nostri profeti
Mentre noi ce ne stiamo da parte a guardare
Alcuni dicono che è solo un aspetto
Siamo noi che dobbiamo adempiere al Libro

Non vuoi aiutarci a cantare questi canti di libertà?
Perché tutto ciò che ho mai avuto sono
canti di Redenzione, canti di Redenzione
tutto ciò che ho mai avuto, canti di Redenzione
questi canti di libertà, canti di libertà



da "Musica e Memoria":
La prima strofa fa riferimento a Giuseppe, il penultimo figlio di Giacobbe e Rachele. Poiché Giacobbe lo amava più di tutti i suoi figli essi un giorno, per gelosia, lo gettarono in una cisterna per l’acqua e poi lo vendettero come schiavo alla corte del faraone d’Egitto. Giuseppe ebbe però grazia presso Dio e dopo varie peripezie divenne vicerè dell’Egitto (Libro della Genesi). 
I primi versi fanno riferimento anche alla tratta degli schiavi in Africa, con riferimenti alla tipica modalità di cattura che ha portato nel nuovo mondo gli antenati dei neri d'America, tra cui i gli antenati di Marley in Giamaica. 
Redemption significa alla lettera "redenzione", quindi liberazione dal peccato attraverso una vita giusta o la penitenza. Ha anche però il significato di liberazione dalla condizione di schiavitù, ed in tal senso è utilizzata ad esempio per definire la liberazione del popolo ebreo, condotto da Mosè nella terra promessa dopo gli anni di schiavitù.
Song significa qui qualcosa di più della semplice "canzone", piuttosto un canto nel quale si riconosce e si identifica un popolo oppresso, un salmo che ha lo scopo di avvicinare all'Onnipotente, una preghiera corale. 
     Marley (così come moltissimi musicisti rastafari) usava "I" invece che "me" per una scelta non tanto grammaticale quanto religiosa. Per i rasta infatti "I" non significa solo "io" ma anche "Dio". Tanto è vero che I&I (una formula abbastanza comune nelle canzoni reggae) significa io e Dio.
Il vocabolario rasta ha reso questa piccola lettera "I" così importante che molte parole sono cambiate 
Ad esempio I-tal siginifica sano e puro, secondo i dettami rastafari, I-ration significa vibration, I-nity significa unity e così via
In redemption song (ma non solo in questa) Bob usa "I" e non "me" per ricordare che al centro di tutto c'è Dio.


domenica 4 dicembre 2011

GOSPELS

http://www.youtube.com/watch?v=KB1-1zuDGJ0

 Will the circle be unbroken
Che il cerchio si chiuda (1)
    Bye and bye, Lord, bye and bye
Addio, Signore, e addio
    There's a better home a-waiting
C’è una casa migliore che sta aspettando
    In the sky, Lord, in the sky
In cielo, Signore, in cielo
I was standing by the window
Ero seduto alla mia finestra
On a cold and rainy day
In un giorno freddo e piovoso (2)
When I saw that hearse come rolling
Quando ho visto il carro funebre arrivare
Coming to carry my woman away
Per portare via mia madre (3)


    Will the circle be unbroken
Che il cerchio si chiuda
    Bye and bye, Lord, bye and bye
Addio, Signore, e addio
    There's a better home a-waiting
C’è una casa migliore che sta aspettando
    In the sky, Lord, in the sky
In cielo, Signore, in cielo


Well, I told the undertaker
Bè, dissi all’impresario: (4)
Undertaker please drive slow
impresario, per favore guida lentamente
For that body that you're carrying on
Perché il corpo che stai trasportando (5)
I just hate to see her go
Io non posso proprio sopportare di vederlo andare via


    Will the circle be unbroken
Che il cerchio si chiuda
    Bye and bye, Lord, bye and bye
Addio, Signore, e addio
    There's a better home a-waiting
C’è una casa migliore che sta aspettando
    In the sky, Lord, in the sky
In cielo, Signore, in cielo
I followed close behind her
Ho seguito (il carro) da vicino dietro a lei (6)
And, Lord, How I tried to be brave
Signore, quanto ho tentato di farmi coraggio
But I could not keep from crying
Ma non ho potuto trattenermi dal piangere (7)
When they laid her in the grave
Quando l’hanno deposta nella tomba
Now my home, Lord, seems so lonely
Ora la mia casa, Signore, sembra così desolata
Since my woman she has gone
da quando la mia donna è andata via
All my brothers, sisters crying
I miei fratelli e le mie sorelle piangono
And I feel so sad and alone
ed io mi sento così solo e triste

Il cerchio qui citato è forse una eco di una una antica corrente teologica eretica, la setta degli anulari o monotoni, che sosteneva, come molte filosofie orientali, che tutta la storia e la vicenda dell’uomo è un circolo e che nulla esiste che non sia già stato e che non sarà nuovamente; il simbolo della setta era ovviamente il cerchio o la ruota, contrapposto alla teologia cristiana, che ha il suo principale simbolo nella croce, che allude alla connessione tra la terra (dove vive l’uomo) e il cielo (dove è destinato nella “vera vita”, come dice il testo di questa canzone: “a better home a-waiting”). La terra è rappresentata dal braccio orizzontale della croce che simboleggia l’orizzonte che è dato all’uomo nella vita terrena, il cielo dal braccio verticale che mette in connessione il mondo terreno e quello ultraterreno. Da notare che l’orizzonte è piatto soprattutto nelle terre desertiche, come la antica Giudea o il centro del mondo antico, la Mesopotamia.
È anche da notare che sono esistite teologie e scuole di pensiero che tendevano a fondere queste due eterne tendenze del pensiero umano (riscatto nell’altra vita o eterna ricorrenza) in un solo simbolo, vale a dire la croce runica, simbolo nordico antico, che fonde assieme i due simboli, e che si trova comunemente nelle chiese dei paesi del Nord e anche in Inghilterra.
(fonte: Jorge L. Borges – L’Aleph)

lunedì 24 ottobre 2011

Venus

Facevo la seconda media e alla ricreazione, se il tempo lo permetteva... altrimenti ce lo permettevamo lo stesso, andavamo in cortile. Un piccolo cortile, perché era il retro degli spogliatoi del campo sportivo comunale, dove avevano allestito un distaccamento della scuola media, ficcandoci dentro 3 o 4 classi, tra cui la mia, in attesa dell'ampliamento dell'edificio scolastico, dove potemmo entrare dopo Natale. Fino ad allora furono giorni beati: là in fondo, lontano dal controllo della presidenza, tra le varie attività impensate - come giocare alla "mussa" (*) - ballavamo al suono dei 45 giri che ci portavamo da casa assieme al mangiadischi. Nei balli lenti ci producevamo solo durante le festine, perché lì si poteva spegnere la luce. In cortile, alle 10.30, si ballava LO SHAKE!!!! Questa canzone - Venus degli Shocking Blue - era la mia preferita, ho ancora il 45 giri che allora ascoltavo ballando e cantandoci sopra delle sillabe insignificanti [dato che il testo non lo capivo (**)] fino allo sfinimento anzi no, fino all'ora di smettere per qualche causa di forza maggiore che non dipendeva mai da me.  




In questi giorni mi è capitato di risentirla e mi è venuto voglia di approfondirne la conoscenza. 

(**) Il testo:

A goddess on a mountain top
Burning like a silver flame
A summit of beauty and love
And Venus was her name.

She's got it,
Yeah baby,she's got it.
I'm your Venus,
I'm your fire at your desire.

Her weapons were her crystal eyes
Making every man mad,
Black as the dark night she was
Got what no one else had.

She's got it,
Yeah baby,she's got it
I'm your Venus,
I'm your fire at your desire.

Il gruppo (da Wikipedia):
"Gli Shocking Blue sono stati un gruppo olandese di musica rock and roll, formatosi nel 1967 e scioltosi nel1974. Due furono le canzoni che li resero celebri: Venus, numero uno in molte classifiche nel 1970 e in seguito ridivenuta popolare grazie ad una cover delle Bananarama, e Love Buzz, eseguita dai Nirvana ed inclusa anche nel loro primo album Bleach.
Mariska Veres
la cantante del gruppo



Il gruppo nasce nel 1967 da Robbie van Leeuwen, ex chitarrista di un altro gruppo olandese, i movimenti, con il batterista Cor van Beek, il bassista Klaasje van der Wal e cantante Fred de Wilde. É stato sostituito un anno dopo da Mariska Veres e Venus fu uno dei primi singoli della nuova versione della band. La canzone ha il primo posto in vendita in Belgio, Francia, Italia, Spagna e Germania, prima di ottenere il primo posto negli Stati Uniti nel 1970."











Trasportata dall'impeto della ricerca mi sono imbattuta in un video del 2002
(la cantante è morta nel 2006):


Risultato: da oggi sono a dieta!!!

(*) IL GIOCO DELLA MUSSA
Due squadre, formate da un massimo di 5 componenti (oltre 5 è suicidio), fanno a turno la mussa (mula)  e il gruppo dei ... ehm... "cavalieri". Per fare la mussa i componenti del gruppo "mussa" si mettono a 90° e ognuno di quelli dietro abbraccia i fianchi di quello davanti, il primo dei quali si abbraccia a un "palo", che può essere anche una persona in piedi, SALDAMENTE APPOGGIATA A UN PALO ROBUSTO O A UN MURO. Ora ognuno dei cavalieri, in successione, previa congrua rincorsa, salta a cavallo della mula, e devono fare in modo di starci tutti, quindi il primo dev'essere quello più bravo nel salto, per saltare quanto più avanti possibile. Se comunque non riesce ad andare tanto avanti, gli altri cavalieri saltano lo stesso, e gli saltano in groppa. In tutto questo la mussa deve cercare di reggere, perchè se crolla deve tornare a fare la mussa un'altra volta. Se i cavalieri ce la fanno a starci tutti, però, la mussa, deve tornare a fare la mussa anche se riesce a non crollare. Perciò ha tutto l'interesse a disarcionare i cavalieri che, se non portano a termine la loro impresa passano a fare la mussa.


lunedì 19 settembre 2011

Prato della Valle


Sapevate quante statue di donne sono annoverate tra le 88 statue?
Mi sono data ad un attento esame, grazie ad un prezioso opuscolo. L'unica figura femminile sembra il piedistallo (tale è definito nel libercolo, di un certo Matteo de Ragnina. Armata della mia supercompatta dallo zoom lunare 



La configurazione attuale del Prato risale alla fine del XVIII secolo, ma in periodo romano e altomedievale esisteva comunque un’area chiamata Campo Marzio perché destinata, tra le altre funzioni, a riunioni militari. Successivamente l'area fu indicata sia come Valle del Mercato, per i mercati e le fiere stagionali che qui avevano sede, sia come Prato di Santa Giustina, dall’abbazia eretta nel V secolo sulla tomba della protomartire padovana morta nel 304 (abbazia totalmente ricostruita nel 1600).
Il toponimo Prato della Valle (Pratum Vallis) è riscontrato per la prima volta nel XII secolo (pratum  indicava un ampio spazio destinato ad usi commerciali che spesso, se non lastricato, poteva anche ricoprirsi d’erba; valle sta a significare “bassura” e “luogo paludoso”, dalla conformazione dell’area lievemente concava e soggetta ad allagamenti e successivi impaludamenti fino alla fine del XVIII secolo).
In periodo sabaudo l’area fu ufficialmente intitolata Piazza Vittorio Emanuele II pur continuando ad essere chiamata nell’uso comune Prato della Valle.
Collocato immediatamente a sud dell'antico centro romano e della grande ansa del Medoacus (antico nome del Brenta) secondo il suo vecchio alveo, il Prato fu uno dei principali punti di passaggio per giungere in città; infatti qui confluivano le antiche piste paleovenete che collegavano Patavium con Ateste (Este) e con Adria.
        Nel 500 d.C. una serie di spaventose alluvioni sconvolse l’assetto idrografico di molti fiumi della pianura padana. Il Brenta modificò il suo corso spostandosi a nord del centro urbano e il suo alveo dentro la città viene occupato delle acque dell’Edrone (antico nome del Bacchiglione). A seguito di questo periodo di disordine idrografico l’area del Prato si trasformò in una zona acquitrinosa e paludosa piena di zanzare (quelle non si sa bene quando siano arrivate a Patavium, certo è che non manifestano alcuna intenzione di andarsene).
       Intorno al 1000 d.C. il vescovo Gauslino promosse la costruzione di un monastero che fu dotato di cospicui possedimenti tra cui l’intera area del Prato che, contestualmente ad una rinascita di tutta la città e a interventi di bonifica, tornò a ospitare mercati, spettacoli e giochi, sacre rappresentazioni della Passione e della Resurrezione. Dal 1257 si svolgono in Prato anche corse di cavalli a ricordo della liberazione dalla tirannia di Ezzelino III da Romano.
        Nel 1767, al termine di un’aspra lotta, il Prato cambiò proprietario passando dal monastero di Santa Giustina all’amministrazione cittadina: l’amministrazione pubblica a dovette perciò farsi carico dei secolari problemi di dissesto che gravavano sull’area.
Il vero artefice della trasformazione del Prato fu il provveditore straordinario Andrea Memmo, appassionato d'architettura, che cominciò i lavori di ristrutturazione nel 1775. La trasformazione del Prato fu caratterizzata dalla creazione di un'isola centrale (chiamata ancor oggi Isola Memmia) circondata da un canale artificiale di forma ellittica che sulle sue rive ospita un doppio anello di statue.

progetto finale di Andrea Memmo in un'incisione di Francesco Piranesi





domenica 4 settembre 2011





The Social Network Movie Trailer Music- Creep Full Version 
(You Tube)






     Ieri sera ho visto “The social network”, film sulla creazione di FB (da Wikipedia: “…Mark Zuckerberg è uno studente all'università di Harvard e brillante programmatore. Dopo essere stato lasciato dalla sua ragazza, Erica Albright, nell'arco di una notte Zuckerberg crea "FaceMash", un sito dove vengono messe a confronto ragazze di Harvard e dove gli utenti possono votare chi è più attraente tra due ragazze scelte casualmente di volta in volta. Il sito diventa talmente popolare da mandare in crash i server dell'università. L'episodio, mal visto dall'università, fa sì che Zuckerberg venga notato dai gemelli Cameron e Tyler Winklevoss…”). ‬
‪Orbene, per tutta la durata del film mi sono domandata in cuor mio com’era possibile che, di uno così bello, ne esistessero due, cioè gli attori che impersonavano questi due gemelli. Vado a guardare su wikipedia chi sono e scopro che effettivamente era un solo attore, certo Armie Hammer. Ah volevo ben dire che come questo non ne possono venir fuori addirittura due… Comunque mi voglio togliere la curiosità, visto che si tratta di storia vera e recente, di sapere come sono questi due Winklevoss e … porcavacca!!!!


(www.pianetacellulare.it/post/Social-Network/13472_Gemelli-Winklevoss-altra-causa-verso-Facebook.php):


















"Mark Zuckerberg, il fondatore di Facebook, non riesce a scappare dalle grinfie dei gemelli Winklevoss, nemmeno dopo averli pagati 65 milioni di dollari. 
I gemelli Cameron e Tyler (foto sopra) hanno presentato un'altra azione legale alle autorità dell'U.S. District Court del Distretto Nord della California, sostenendo che i 65 milioni di dollari richiesti nel 2008 non sono abbastanza. Zuckerberg infatti avrebbe sottostimato il valore del social network. 
Un'altra motivazione per la richiesta di ulteriore denaro è frode per motivi legati alla sicurezza. Secondo Zuckerberg ai gemelli del Connecticut è già stato riconosciuto quanto dovuto. 
Nel 2003, quando i tre erano ancora studenti di Harvard, Cameron e Tyler Winklevoss chiesero a Mark (foto sotto) di scrivere del codice per il loro social network. Mark cominciò a progettare il sito rivale Facebook, il cui valore è oggi stimato in 800 milioni di dollari. 
Zuckerberg, 26 anni, ora è un ragazzo con un patrimonio che supera i 7 miliardi di dollari. Questa storia è raccontata anche al cinema, nel film The Social Network”.
     'Sti due pezzi sono veramente due grandi (193 cm) canottieri, che si sono piazzati tra l'altro al 6° posto nelle Olimpiadi di Pechino del 2008.


COLONNA SONORA


"Creep" è il primo singolo pubblicato dalla band alternative rock inglese dei Radiohead nel 1993. Quella del film è la reinterpretazione del coro belga Scala e Kolacny Brothers, formatosi nel 1996 con 18 voci femminili (ora sono circa 60), diretto da Stijn Kolacny e arrangiato e accompagnato al piano da Steven Kolacny. Il progetto nasce dall'idea di Stijn di rivisitare i grandi classici del rock in chiave corale. Così oltre a Creep hanno eseguito brani come Nothing else matters dei Metallica, Viva la vida di Coldplay, Lithium dei Nirvana, Evigheden di Bojesen, Bad degli U2, California Dreaming... non male eh???